Biopsia dell’Endometrio per la Ricerca delle Plasmacellule: Un’Indagine Fondamentale nell’Infertilità
La biopsia dell’endometrio è un esame diagnostico sempre più utilizzato nel campo della medicina della riproduzione. Tra le sue applicazioni più innovative c’è la ricerca delle plasmacellule CD138, un marcatore specifico della endometrite cronica, una condizione spesso asintomatica ma strettamente correlata ai fallimenti di impianto e agli aborti ripetuti.
Per approfondire questo tema e le ultime novità in materia, abbiamo intervistato il Dr. Giovanni Puglia, ginecologo esperto in fisiopatologia della riproduzione e PMA, che opera a Roma, Pomezia e Ladispoli.
Dottore, perché è importante eseguire una biopsia endometriale nella ricerca dell’endometrite cronica?
L’endometrite cronica è un’infiammazione persistente della mucosa uterina causata spesso da infezioni batteriche subcliniche. Si stima che colpisca tra il 10% e il 30% delle donne con infertilità inspiegata e fino al 60% delle pazienti con fallimenti ripetuti di impianto o aborti spontanei ricorrenti.
La biopsia dell’endometrio con ricerca immunoistochimica delle plasmacellule CD138 è attualmente il gold standard per la diagnosi. Queste cellule sono il segno distintivo dell’infiammazione cronica e la loro presenza indica una possibile infezione di basso grado che potrebbe alterare la recettività endometriale.
Come si esegue la biopsia endometriale e quali sono le tempistiche migliori per effettuarla?
La biopsia endometriale è una procedura ambulatoriale minimamente invasiva che dura pochi minuti. Si esegue inserendo un catetere sottile e flessibile nell’utero per prelevare un campione di tessuto endometriale, senza necessità di anestesia.
Per la ricerca delle plasmacellule, il momento ideale per l’esecuzione della biopsia è nella seconda fase del ciclo (fase luteale, circa 7-10 giorni dopo l’ovulazione). Questo perché l’endometrio in quella fase è maggiormente sviluppato e si possono evidenziare meglio eventuali anomalie.
Quali sono le ultime novità nella diagnosi dell’endometrite cronica?
Negli ultimi anni, sono stati sviluppati metodi più avanzati per migliorare l’accuratezza diagnostica:
•Immunoistochimica per CD138: Questo test consente di identificare le plasmacellule con un’elevata specificità, riducendo il rischio di falsi positivi rispetto alla semplice valutazione istologica.
•Microbioma endometriale: La tecnologia NGS (Next-Generation Sequencing) permette di analizzare la popolazione batterica dell’endometrio, identificando la presenza di patogeni responsabili dell’infiammazione cronica.
•Test molecolari su RNA: Alcuni studi hanno evidenziato che l’analisi dell’RNA endometriale può rilevare firme genetiche associate a uno stato infiammatorio latente.
Se la biopsia conferma la presenza di endometrite cronica, qual è il trattamento?
Il trattamento standard prevede una terapia antibiotica mirata basata sulla sensibilità dei batteri isolati. Spesso si utilizza una combinazione di:
•Doxiciclina + Metronidazolo per 14 giorni
•Azitromicina in caso di infezioni da Mycoplasma o Ureaplasma
•Probiotici vaginali per ripristinare il microbiota endometriale dopo la terapia antibiotica
Nei casi più resistenti, si possono considerare trattamenti personalizzati, come cicli di antibiotici mirati seguiti da lavaggi uterini con soluzione fisiologica arricchita di antibiotici o probiotici.
Dopo il trattamento, è necessario ripetere la biopsia?
Sì, per verificare la risoluzione dell’infezione è consigliato ripetere la biopsia dopo 4-6 settimane dalla fine della terapia antibiotica. Se le plasmacellule CD138 sono ancora presenti, si può optare per un secondo ciclo di terapia.
Qual è l’impatto della diagnosi e del trattamento dell’endometrite cronica sui risultati della PMA?
Diversi studi dimostrano che il trattamento dell’endometrite cronica migliora significativamente i tassi di impianto e di gravidanza nelle pazienti sottoposte a FIVET o ICSI.
•Le pazienti trattate per endometrite cronica hanno un tasso di impianto del 40-60%
•Le pazienti non trattate mostrano un tasso di successo inferiore al 20%
Ciò suggerisce che l’identificazione e la cura dell’endometrite cronica possono rappresentare un fattore chiave per il successo della PMA, soprattutto nelle donne con precedenti fallimenti d’impianto.
Conclusioni
La biopsia dell’endometrio con ricerca delle plasmacellule CD138 è un’indagine essenziale per le donne con infertilità inspiegata, aborti ricorrenti o insuccessi nella PMA. Grazie ai recenti progressi nella diagnostica e nei trattamenti personalizzati, oggi è possibile migliorare la recettività endometriale e aumentare le probabilità di gravidanza.
Affidarsi a un ginecologo esperto, come il Dr. Giovanni Puglia, è fondamentale per individuare tempestivamente questa condizione e impostare il percorso terapeutico più adeguato.