Intervista al Dr. Giovanni Puglia: Gli esami ematici essenziali prima della PMA
La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) rappresenta una speranza concreta per molte coppie che desiderano avere un bambino ma affrontano difficoltà nel concepimento. Uno degli aspetti fondamentali per garantire il successo del percorso è una corretta valutazione dello stato di salute dei futuri genitori attraverso esami specifici. Ne parliamo con il Dr. Giovanni Puglia, ginecologo esperto in fertilità e PMA, che opera a Roma, Pomezia e Ladispoli.
Dottore, perché è importante eseguire esami ematici prima della PMA?
Gli esami ematici sono fondamentali per identificare eventuali fattori che potrebbero influenzare il successo della procedura di PMA. Permettono di valutare lo stato di salute generale della coppia, individuare possibili squilibri ormonali, deficit immunologici, malattie infettive o predisposizioni genetiche che potrebbero ostacolare l’impianto embrionario o aumentare il rischio di aborto spontaneo.
Quali sono gli esami principali da effettuare per la donna?
Gli esami ematici femminili si suddividono in diverse categorie:
1.Esami ormonali (da effettuare nei primi giorni del ciclo mestruale, generalmente tra il 2° e il 5° giorno):
•FSH (Ormone Follicolo-Stimolante): Valuta la riserva ovarica e la capacità delle ovaie di rispondere alla stimolazione.
•LH (Ormone Luteinizzante): Indica la fase ovulatoria e il corretto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio.
•Estradiolo (E2): Fornisce informazioni sulla funzionalità ovarica.
•AMH (Ormone Anti-Mülleriano): È il parametro più affidabile per valutare la riserva ovarica.
•Prolattina: Un valore elevato può interferire con l’ovulazione.
•TSH, FT3, FT4 (Funzionalità tiroidea): La tiroide svolge un ruolo cruciale nella fertilità; alterazioni possono compromettere l’impianto embrionario.
•Testosterone, Androstenedione, DHEA-S: Importanti in caso di sospetta sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
2.Esami infettivologici (necessari per prevenire il rischio di trasmissione di infezioni al feto):
•HIV 1-2
•HBV (Epatite B: HBsAg, HBcAb, HBsAb)
•HCV (Epatite C)
•VDRL/TPHA (Sifilide)
•Toxoplasma, Cytomegalovirus (CMV), Rosolia
3.Esami della coagulazione e assetto trombofilico (per identificare il rischio di trombosi e complicanze gravidiche):
•PT, aPTT, Fibrinogeno
•Omocisteina
•Mutazioni genetiche della trombofilia ereditaria (MTHFR, Fattore V di Leiden, Fattore II, Proteina S e Proteina C, Antitrombina III, Lupus Anticoagulant, Anticorpi Antifosfolipidi)
4.Esami genetici e immunologici (se indicato):
•Cariotipo con bandeggio G
•Test per fibrosi cistica, X-fragile e altre patologie genetiche
•Dosaggio di NK (Natural Killer), ANA, ENA, Anticorpi anti-TPO e anti-tireoglobulina
E per l’uomo? Quali esami ematici sono consigliati?
Anche il partner maschile deve sottoporsi a un’attenta valutazione, che include:
1.Esami infettivologici (gli stessi della donna: HIV, epatiti, sifilide, toxoplasmosi, CMV, rosolia).
2.Esami ormonali (se indicato, in caso di alterazioni dello spermiogramma):
•FSH, LH, Testosterone totale e libero, Estradiolo, Prolattina
3.Esami genetici (in caso di oligospermia o azoospermia):
•Cariotipo con bandeggio G
•Microdelezioni del cromosoma Y
•Test per fibrosi cistica
Con quale tempistica andrebbero effettuati questi esami?
Gli esami devono essere eseguiti almeno 1-3 mesi prima di iniziare il percorso di PMA. Questo permette di individuare eventuali anomalie e correggerle con terapie mirate prima dell’inizio del trattamento. Alcuni test, come quelli infettivologici, hanno una validità di sei mesi, quindi potrebbero dover essere ripetuti.
Se emergono alterazioni nei risultati, come si procede?
Dipende dal tipo di alterazione riscontrata:
•Se ci sono squilibri ormonali, si possono correggere con terapie specifiche.
•Se si rileva una trombofilia, si valuta una profilassi con eparina o aspirina per ridurre il rischio di aborti ripetuti.
•In caso di mutazioni genetiche, si può considerare la diagnosi genetica preimpianto (PGT) sugli embrioni.
•Se emergono infezioni attive, è necessario curarle prima di procedere con la PMA.
Ci sono esami aggiuntivi in base alla tecnica di PMA scelta?
Sì, per chi si sottopone a FIVET o ICSI, possono essere richiesti:
•HBA Test (per valutare la maturità degli spermatozoi).
•Test di frammentazione del DNA spermatico (in caso di fallimenti ripetuti).
•Dosaggio del progesterone per monitorare la fase luteale prima del transfer embrionario.
Conclusione
Gli esami ematici rappresentano un passo imprescindibile nella PMA, poiché permettono di personalizzare il trattamento e aumentare le probabilità di successo. Affidarsi a un ginecologo esperto, come il Dr. Giovanni Puglia, garantisce un percorso più sicuro ed efficace.
Se state pensando di intraprendere questo cammino, rivolgetevi a un centro specializzato per una valutazione approfondita e un supporto adeguato.